Inc. 2018: Safety21 tra le 5.000 aziende europee a più rapida crescita

Cresce Safety21 e ad accorgersene è anche Inc. Magazine che ha incluso la nostra società nella classifica annuale delle 5.000 aziende private a più rapida crescita in Europa.
La classifica 2018 Inc. 5.000 Europe è basata sulla crescita del fatturato negli ultimi tre anni. Safety21 rientra in posizione 3.217 con un fatturato 2016 di € 11,5 milioni e una crescita del 152.63%.
Il risultato ottenuto si aggiunge a quelli recentemente conquistati da Safety21, già inclusa tra i Campioni della Crescita 2018, la classifica delle 300 aziende italiane a più alto tasso di crescita stilata dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza.
Traguardi importanti che sottolineano il successo imprenditoriale della nostra società: fondata nel 2011, oggi rappresentiamo un Gruppo di aziende leader di mercato, in grado di rispondere, attraverso soluzioni avanzate, ai più alti standard tecnologici e di servizio per la sicurezza stradale su tutto il territorio nazionale.
Clicca la classifica Inc. 5000 Europe.

Rapporto ETSC sulla sicurezza dei bambini

Il “Rapporto sulla sicurezza dei bambini”, presentato recentemente dall’European Transport Safety Council (Consiglio Europeo per la Sicurezza dei Trasporti), stima siano oltre ottomila i minori di 14 anni vittime di incidenti stradali in Europa negli ultimi 10 anni: il 50% in auto, il 33% pedoni e il 13% in bici. Le strade più sicure dell’Ue per i più piccoli sono quelle della Norvegia, mentre l’Italia si inserisce tra i primi otto Paesi col tasso più basso di mortalità infantile, sebbene nel 2016 siano state 49 le vittime under 14, sulle strade.
Tra i Paesi più impegnati nell’innalzare gli standard di sicurezza stradale, ETSC di cui è parte anche l’Automobile Club d’Italia, annovera infatti il nostro, per i buoni risultati ottenuti dal programma ‘Vision Zero‘ che prevede l’adozione di misure ad hoc per i bambini, ad esempio, il miglioramento della visibilità nelle strade da loro percorse per andare a scuola e rientrare a casa, un uso migliore delle cinture di sicurezza e la responsabilizzazione degli adulti.
Tuttavia dati alla mano, mentre l’Unione Europea sta mettendo a punto la strategia per la sicurezza stradale per il prossimo decennio, quali soluzioni ci permetterebbero di salvaguardare maggiormente la vita dei più piccoli in strada?
L’ETSC ritiene fondamentale l’introduzione di misure che moderino la velocità in generale e vicino alle scuole, promuovere la dotazione di serie di tecnologie smart come l’ ISA (Intelligent Speed Assistant) o AEB (Automated Emergency Braking; la frenata automatica di emergenza) sulle auto di nuova generazione, fondamentali per la salvezza dei più piccoli quanto le cinture di sicurezza e i seggiolini. A questo proposito, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sostiene che l’uso corretto dei seggiolini garantisce l’80% di probabilità di salvare una vita. La sicurezza stradale parte sempre da una scelta consapevole.
Fonte: Ansa.

Sicurezza in strada: il quadro europeo

Secondo i dati preliminari della Commissione Europea sono state 25.500 le vittime della strada nel 2016 in Europa, 600 in meno dell’anno precedente, con un calo complessivo del 19%, negli ultimi sei anni. Un trend positivo – evidenziato anche nell’ultimo rapporto DEKRA sulla Sicurezza Stradale – ma non sufficiente per centrare gli obiettivi europei di dimezzamento delle vittime entro il 2020 (-50%). Soprattutto alla luce di dati previsionali emanati dai singoli stati che suggeriscono per il 2017 una nuova inversione di tendenza in negativo.
Tuttavia dal quadro europeo 2016 emergono valutazioni interessanti e qualche primato. Con le debite differenze fra gli stati membri, le strade europee sono le più sicure al mondo e nel 2016 è stata la Svezia il Paese con il minor numero di incidenti mortali per milione di abitanti, seguita da Regno Unito, Paesi Bassi, Spagna, Danimarca, Germania e Irlanda. Mentre l’Italia in questa classifica si è piazzata in 15esima posizione, sul fondo si posizionano Bulgaria, Romania, Lettonia e Polonia. Il 2016 è stato inoltre il secondo anno in cui, il numero di vittime di incidenti stradali per milione di abitanti, non ha superato le 100 unità in uno qualsiasi degli stati membri e in cui la metà degli Stati membri ha segnato il proprio risultato migliore in assoluto in materia di sicurezza stradale, dal 1965.
Quanto alle vittime, purtroppo anche la casistica europea riflette dinamiche note e comuni a tutti gli stati: il numero più elevato in tutta Europa riguarda i passeggeri di autovetture (46%), mentre il 21% di tutti gli incidenti stradali è riferito a pedoni: coerentemente con i dati nazionali, la percentuale è andata lentamente in calo rispetto agli altri utenti vulnerabili della strada. L’8% di tutte le vittime di incidenti stradali nell’UE è costituito da ciclisti. I motociclisti nel 2016 hanno rappresentato il 14% delle vittime.
Fonte: report Dekra www.dekra-roadsafety.com/media/04archiv/pdf/dekra-evs-report-2017-it-170807.pdf

2017 Meno incidenti, ma più vittime sulla strada

Lo dicono le statistiche e lo confermano alcuni provvedimenti, non ultima la circolare “strategie di prevenzione e di contrasto per il contenimento del fenomeno”diramata dal Capo della Polizia in qualità di Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. Sulle strade italiane la situazione della sicurezza stradale è critica e richiede attenzione – e azione- perché a fronte di una riduzione degli incidenti, nell’ultimo anno sono aumentate le vittime, sia sulle strade locali che sulle autostrade.
In base ai dati di bilancio diffusi dalla Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri (al 20 dicembre 2017), se da un lato nel 2017 ha fatto registrare una lieve diminuzione nel numero complessivo degli incidenti (72.015, il 2,5% in meno rispetto al 2016) ed in quello delle persone ferite (39.178, -0,6%), dall’altro ha fatto registrare un aumento degli incidenti con conseguenze mortali, con un incremento dei sinistri (1.519) + 0,8% (12 in più) e delle vittime – (1.656 ) + 2,2% (36 deceduti in più). Una tendenza questa peraltro confermata dai dati Istat.
Nel primo semestre 2017 le stime preliminari dell’Istituto Nazionale di Statistica confermano l’inversione di tendenza per le vittime, che tornano a crescere, con incrementi compresi tra il 6,7 e l’8,2%. Un trend a rialzo che allontana ulteriormente l’obiettivo europeo di riduzione del 50% delle vittime sulla strada entro il 2020 e che suscita una forte preoccupazione.
In questo contesto, promozione attiva della cultura della sicurezza su strada, presidio e ottimizzazione delle risorse sul territorio sono alcune delle soluzioni praticabili per arginare un fenomeno nei confronti del quale anche aziende come Safety21, in campo accanto a Enti pubblici e Forze di polizia per tradurre gli investimenti in sicurezza in positivi risultati sulle strade a vantaggio dei cittadini, non possono che avvertire l’urgenza di intervento.

Lombardia, raddoppia il numero degli incidenti

Critico primato per la Lombardia: la densità di incidenti stradali è praticamente doppia rispetto a quella nazionale. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta da Aci Milano e di Istat sui dati dei sinistri stradali dal 2010 al 2016, recentemente presentata nella sede milanese di Confcommercio.  
La densità di incidenti sulle strade lombarde ha toccato quota 1,35 incidenti ogni km contro una media italiana di 0,67 incidenti al km. Più in dettaglio, nel 2016 in Lombardia si sono registrati 32.785 incidenti che hanno causato 434 morti e oltre quarantacinquemila feriti; il 78,9% sono avvenuti in città e contesti urbani (234 morti e 34.416 feriti). I più coinvolti risultano essere automobilisti e motociclisti: nel periodo preso in esame sono oltre 2.300 le persone morte su strada, seguono pedoni e ciclisti, con quasi mille morti. Sempre secondo lo studio, le strade più pericolose sono risultate le tangenziali est e ovest di Milano, le statali del lago di Como, dei Giovi, la via Emilia e la direttrice per l’aeroporto di Malpensa.

Safety21 tra i “Campioni della crescita 2018”

Con una crescita media del +44% Safety21 è uno dei Campioni della Crescita 2018, la classifica delle 300 aziende, con sede in Italia, che nel periodo 2013-2016 hanno registrato un alto tasso di crescita di fatturato. Safety21 si posiziona seconda nella fascia “Platino” dedicata alle “aziende con crescita media annuale del fatturato di oltre il 30%” ,e risulta l’unica società di servizi per la Pubblica Amministrazione ad entrare in graduatoria.

 Elaborata e presentata dall’ Istituto Tedesco Qualità e Finanza con La Repubblica – Affari & Finanza la ricerca ha considerato un campione di 10 mila aziende ad alta crescita. Obiettivo: individuare le imprese dinamiche che danno nuovi impulsi all’economia italiana, grazie a idee e modelli di business innovativi in grado di essere di stimolo per il settore di appartenenza.

  “Siamo orgogliosi di questo risultato – ha commentato l’AD di Safety21 Gianluca Longo –  che evidenzia la crescita della nostra società e riconosce la forza del nostro modello di business innovativo. Un modello che coniuga due plus fondamentali, alta tecnologia cloud e investimenti zero per l’ente pubblicomira a produrre un miglioramento degli standard di sicurezza stradale. Settore questo in cui sempre più l’investimento di aziende private può fare la differenza per il raggiungimento di obiettivi comuni urgenti come la riduzione del numero di vittime ed incidenti stradali”.

Consulta la classifica dei 300 Campioni della Crescita 2018

Dati Istat 2016: meno vittime sulla strada e tra i pedoni

Nel 2016 sono stati 175.791 gli incidenti stradali con lesioni a persone in Italia e hanno provocato 3.283 e 249.175 feriti. Tra le vittime l’aumento è netto per ciclisti (275, +9,6%) e ciclomotoristi (116, +10,5%), mentre risultano in calo motociclisti (657, -15,0%) e pedoni (570, -5,3%).
Questo il quadro dell’incidentalità stradale nel nostro paese che emerge dall’ultimo rapporto Istat sul 2016.
Un anno particolare in cui il numero dei morti è calato rispetto al 2015 (-4,2%), mentre gli incidenti e i feriti soprattutto quelli gravi –  per la prima volta dal 2001, registrano un incremento.
Sulla diminuzione del numero di vittime in Italia – sottolinea Istat – pesa soprattutto il calo registrato su autostrade (comprensive di tangenziali e raccordi autostradali) e strade extraurbane (274 e 1.546 morti; -10,2 e -4,6% sull’anno precedente). Una flessione più contenuta viene registrata, invece, sulle strade urbane (1.463 morti;-2,6%); più consistente la diminuzione nei grandi Comuni: 6,5 %.
Tra i comportamenti errati causa degli incidenti, gli stessi che anche Safety21 cerca di contrastare con i propri progetti di controllo e formazione: guida distratta, mancato rispetto della precedenza e velocità troppo elevata sono fenomeni i più frequenti, mentre l’eccesso di velocità, il mancato utilizzo di dispositivi di sicurezza e l’uso di telefono cellulare alla guida sono le violazioni al Codice della Strada più sanzionate.

Incidentalità pedonale, il quadro 2001-2015

Negli ultimi 15 anni (2001 -2015) sulle strade italiane sono morti 10.940 pedoni e 291.044 sono rimasti feriti, con una media di 729 morti e 19.403 feriti l’anno: 2 morti al giorno e 53 ingressi al giorno nei pronti soccorso degli ospedali italiani. Lo comunica L’ASAP in una recente indagine sul quindicennio 2001-2015.

L’anno peggiore è stato il 2002 con 1.226 pedoni morti sulle strade, un risultato drammatico. Poi un lento miglioramento. Eppure nonostante siano tanti i dati che turbano in questo ritratto, ce n’è uno che a parere dell’ASAPS, e anche nostro, preoccupa particolarmente e riguarda l’incidentalità pedonale. Nel 2015 secondo i dati Istat si sono contate 602 vittime fra i pedoni e questo è il peggior dato degli ultimi 5 anni, superato solo dalle 621 vittime del 2010. Nel 2001 i pedoni morti sul totale dei decessi a causa di incidenti stradali corrispondevano al 14,5%, nel 2015 corrispondono al 17,6%. Facendo un passo oltre, nel 2016 su 115 morti in incidenti causati da pirati della strada secondo l’Osservatorio ASAPS, i pedoni sono stati il 47%.

Un trend a rialzo che non cede, a causa della convergenza di più fattori: al rischio alcol dovuto ai conducenti ebbri, oggi si è aggiunto il crescente rischio distrazione da utilizzo del cellulare alla guida, mentre gli attraversamenti pedonali, la loro messa in sicurezza, la loro visibilità, la loro illuminazione risultano spesso carenti almeno quanto i controlli sui comportamenti agli attraversamenti.

Questo è un dato che ci richiama, oltre che alla riflessione, all’azione. In Safety21 con la nostra attività di ricerca e di sviluppo di soluzioni di sicurezza tecnologicamente avanzate,, anche per la salvaguardia degli attraversamenti pedonali, andiamo in questa direzione: lavoriamo affinché dati come questi non rimangano un numero, ma rappresentino un monito costante a cercare le soluzioni attraverso l’ innovazione e la condivisione degli obiettivi.

ASAPS, Pirateria stradale 2016

Lo scorso 24 marzo, in occasione del seminario organizzato dal Comune di Verona “Omicidio stradale un anno dopo”, ASAPS ha presentato i dati sulla pirateria stradale nel 2016: un’interessante valutazione che inquadra i 9 mesi di applicazione la Legge n.41 del 24 marzo 2016 sull’Omicidio e lesioni stradali. I fatti considerati nell’elaborazioni sono i più gravi, sul territorio nazionale.

Il dato che emerge è chiaro: nel 2016, rispetto all’anno precedente, crescono gli episodi +9,6% ma calano nettamente i morti 115 rispetto ai 146 del 2015 -21,2%. L’ 84,6% degli atti di pirateria – 1.009 contro 183 – avviene di giorno e una volta sono le categorie deboli della strada, bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo: rispettivamente 9,5% e l’8,2%.

I pedoni ancora sono la categoria più tartassata, con 444 eventi: 54 i morti, pari al 47% dei decessi complessivi (in calo rispetto al 2015 quando furono 76 e il 52% del totale dei morti), e 441 i feriti (30,9%).

Ma come si spiega il fatto che gli episodi sono cresciuti e i decessi sono calati? C’è solo un indizio, avverte ASAPS: I positivi ad alcol e droga fra i pirati individuati sono in calo. Nel 2016 sono stati complessivamente il 15,3 %, mentre nel 2015 erano stati il 17,5%.

Nel 2016 inoltre il  55,3% degli autori è stato smascherato, in Leggero calo rispetto al 56,2% del 2015, mentre il 44,7% resta ignoto. Più alta invece la percentuale dei pirati a cui è stato dato un nome nelle omissioni di soccorso mortali. In questo caso si sfiora il 60%.

Il Gruppo HAT Orizzonte entra in Safety21

Nuovo ingresso in Safety21. HAT Sicaf, fondo di investimento del gruppo HAT Orizzonte, ha acquisito una partecipazione del 30%, per un controvalore di circa euro 6 milioni, attraverso un investimento avvenuto prevalentemente in aumento di capitale.
HAT Sicaf è il fondo di investimento specializzata in operazioni di Private Equity, promosso e controllato dai managing partner Nino Attanasio e Ignazio Castiglioni e partecipato da importanti imprenditori italiani oltre che da Fondo Italiano d’Investimento (quest’ultimo controllato da Cassa Depositi e Prestiti e dalle principali banche italiane).
In rappresentanza di HAT Sicaf, nel consiglio di amministrazione di Safety21 da luglio 2016 entrano dunque a far parte Nino Attanasio e Ignazio Castiglioni, rispettivamente Presidente e AD del gruppo HAT Orizzonte.
«Siamo molto soddisfatti – ha commentato Ignazio Castiglionidi annunciare l’investimento in Safety21, una eccellenza italiana nell’innovazione tecnologica, che riveste un ruolo importante per la sicurezza stradale e con un business fortemente scalabile».
HAT, che si pone l’obiettivo di accelerare lo sviluppo delle aziende partecipate, affiancherà il management nel percorso di crescita di Safety21, attraverso il consolidamento della posizione di mercato di riferimento.

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