Lo scorso 24 marzo, in occasione del seminario organizzato dal Comune di Verona “Omicidio stradale un anno dopo”, ASAPS ha presentato i dati sulla pirateria stradale nel 2016: un’interessante valutazione che inquadra i 9 mesi di applicazione la Legge n.41 del 24 marzo 2016 sull’Omicidio e lesioni stradali. I fatti considerati nell’elaborazioni sono i più gravi, sul territorio nazionale.
Il dato che emerge è chiaro: nel 2016, rispetto all’anno precedente, crescono gli episodi +9,6% ma calano nettamente i morti 115 rispetto ai 146 del 2015 -21,2%. L’ 84,6% degli atti di pirateria – 1.009 contro 183 – avviene di giorno e una volta sono le categorie deboli della strada, bambini e anziani, a pagare un prezzo altissimo: rispettivamente 9,5% e l’8,2%.
I pedoni ancora sono la categoria più tartassata, con 444 eventi: 54 i morti, pari al 47% dei decessi complessivi (in calo rispetto al 2015 quando furono 76 e il 52% del totale dei morti), e 441 i feriti (30,9%).
Ma come si spiega il fatto che gli episodi sono cresciuti e i decessi sono calati? C’è solo un indizio, avverte ASAPS: I positivi ad alcol e droga fra i pirati individuati sono in calo. Nel 2016 sono stati complessivamente il 15,3 %, mentre nel 2015 erano stati il 17,5%.
Nel 2016 inoltre il 55,3% degli autori è stato smascherato, in Leggero calo rispetto al 56,2% del 2015, mentre il 44,7% resta ignoto. Più alta invece la percentuale dei pirati a cui è stato dato un nome nelle omissioni di soccorso mortali. In questo caso si sfiora il 60%.